TURISMO TOSCANA: PIÙ DI 100 POSTI DI LAVORO COL GRUPPO FICCANTERRI

Al via i recruiting days di Icon Collection del Gruppo Ficcanterri per assumere diverse figure professionali al The Sense Experience Resort di Follonica e al Park Hotel Marinetta di Marina di Bibbona offrendo ai candidati numerosi e interessanti benefits

Offerte di lavoro – The Sense Experience Resort  Park Hotel Marinetta

Si terranno il 31 Gennaio e l’1, 2 e 3 febbraio 2023 i Recruiting Days al The Sense Experience Resort e al Park Hotel Marinetta per selezionare più di 100 figure professionali altamente qualificate che possano essere protagoniste dell’accoglienza per la prossima stagione 2023 nelle due strutture del Gruppo Ficcanterri. Se si è in cerca di lavoro nel settore alberghiero sarà questa un’ottima occasione per iniziare una nuova esperienza lavorativa in strutture di lusso, icone dell’eccellenza dell’ospitalità italiana e punto di riferimento in Toscana per una clientela sia italiana che straniera. Il Gruppo Ficcanterri punta ad aprire in primavera le due prestigiose strutture con personale preparato, appassionato e soprattutto fortemente motivato, garantendo ai suoi collaboratori numerosi e interessanti benefits. Le selezioni avranno luogo il 31 gennaio e il 1° febbraio al Park Hotel Marinetta mentre il 2 e 3 febbraio al The Sense Experience Resort dalle 9.00 alle 17.00.

È possibile candidarsi inviando il proprio curriculum vitae attraverso le apposite pagine presenti sul sito degli hotel: www.hotelmarinetta.it/careers/ e https://www.thesenseresort.it/lavora-con-noi/ oppure inviare una candidatura libera a hr@iconcollection.it. Diverse sono le posizioni aperte per entrambe le strutture toscane tra cui: Capo Ricevimento, Restaurant Manager, Sous Chef, Cuochi, Camerieri/baristi, Receptionist, Guest relation, Housekeeper, Magazziniere. Il contratto sarà su turni di 2 giorni di riposo settimanali (differente ripartizione dell’orario settimanale può essere concordata). Alla fine del contratto andranno inoltre sommate ratei/quote di ferie non godute e t.f.r. per il periodo lavorativo di riferimento.

Una premialità aggiuntiva sarà riconosciuta inoltre al raggiungimento degli obiettivi di qualità fissati dall’azienda, come già avvenuto nel 2021 e nel 2022. Per la famiglia Ficcanterri, sempre attenta prima di tutto al benessere dei propri Collaboratori, i dipendenti fanno parte integrante della propria famiglia, devono sentirsi a casa, hanno il compito importante e delicato a loro volta di accogliere e far sentire a casa gli ospiti esterni. Chi è ambizioso e ha voglia di crescere professionalmente ma anche dal punto di vista personale, oggi ha la grande opportunità di lavorare in una grande famiglia che accoglie i collaboratori pensando in primis a farli stare bene. Chi lavora in Icon Collection è infatti considerato un “Ospite interno” perché rappresenta, insieme ai suoi colleghi, il valore più grande che un’azienda del settore possa avere, cioè il suo capitale umano, ed è solo attraverso la valorizzazione di questo capitale che si possono ottenere grandi risultati.

In virtù di questo, l’azienda garantirà a tutti i suoi collaboratori i seguenti interessanti benefits:

2 giorni di riposo settimanali

Giorno libero extra per la data del Compleanno

30% di sconto su tutti i servizi SPA Marinetta Wellness presso il Park Hotel Marinetta di Marina

Premi in caso di segnalazione di nuovi collaboratori, 150,00 Euro in buoni spesa/carburante.

Premi per collaboratori che lavorano da più di 5 stagioni

Utilizzo gratuito di biciclette messe a disposizione dalla struttura

Utilizzo gratuito di 1 automobile messa a disposizione dalla struttura, carburanti esclusi, sia per il The Sense Experience Resort che per il Park Hotel Marinetta.

Mensa aziendale usufruibile anche nei giorni di riposo e anche al di fuori del proprio turno di lavoro

Alloggi forniti agli ospiti interni selezionati, con tutti i comfort e servizi necessari

Biancheria da letto e da pulita fornita con cadenza settimanale

Wi-fi dedicato in struttura e negli alloggi

Divisa fornita con lavaggio incluso

Presenza di incentivi sulle performance aziendali

Entrambe le strutture, d’altra parte, rappresentano un esempio dell’eccellenza dell’ospitalità italiana di lusso. Il The Sense Experience Resort di Follonica, aperto solo nel 2020, vanta già numerosi riconoscimenti e successi:

Il suo Ristorante fine dining Eaté è stato inserito quest’anno nella prestigiosa Guida Michelin,

Il Times Magazine lo ha inserito nella lista delle strutture italiane più esclusive in cui soggiornare

È stato candidato per i Readers’ Choice Awards di CN Traveller

È Travelers’ Choice Awards di Tripadvisor

Il Park Hotel Marinetta, Travelers’ Choice Awards di Tripadvisor, è un punto di riferimento ormai da quasi trent’anni in Toscana per una clientela internazionale che ne apprezza da sempre la squisita accoglienza, la gentilezza del personale, la posizione davvero unica e l’ampiezza dell’offerta.

Entrare a lavorare nelle due strutture di Icon Collection significa lavorare in un ambiente giovane e dinamico in cui affrontare con passione e determinazione sfide sempre più grandi e stimolanti. Lavorare nell’ambito dell’ospitalità richiede grandi doti di lavoro di squadra e spiccata tendenza ai rapporti interpersonali. Offrire un servizio alla clientela e renderla soddisfatta è una sensazione incredibilmente gratificante e soprattutto tangibile. Accogliere non vuol dire solo prestare la propria competenza e professionalità al servizio dell’ospite, ma vuol dire essere empatici, appassionati e tendere sempre alla bellezza e al sorriso.

Icon Collection

È una società di consulenza del gruppo imprenditoriale Ficcanterri, nata nel 2019, che si occupa di gestire in maniera sinergica una serie di servizi (marketing, revenue, booking, acquisti, amministrazione, controllo di gestione, etc.) per le strutture The Sense Experience Resort, Park Hotel Marinetta, Antico Podere San Francesco, Borgo Verde e Hotel Botticelli. Icon Collection ha il compito di condurre tutte le strutture verso l’innovazione sia nell’ambito dell’offerta di servizi, nel marketing, revenue & sales, nei sistemi di controllo ed efficientamento economico che nell’ottimizzazione dell’impiego delle risorse umane e finanziarie.

Comunicato

Questa e altre offerte di lavoro sul blog magazine Miglior Lavoro

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Caro carburante, Figisc: “Per noi solo costi, altro che speculazione”

Il Presidente interprovinciale Alessandro Ferri: “Il prezzo viene deciso a monte, noi additati ingiustamente”Pistoia e Prato, gennaio 2023. “Non abbiamo margini di manovra sul prezzo del carburante erogato nei nostri impianti e, al contempo, negli ultimi anni ci siamo trovati a dover fronteggiare crescenti costi di gestione a causa delle carenze statali: per questo, additarci oggi come speculatori è scorretto e offensivo”. Non usa mezzi termini Alessandro Ferri, Presidente del Sindacato provinciale dei Gestori di impianti stradali di carburanti Figisc – Confcommercio Pistoia e Prato.

“Chi lancia queste accuse – prosegue – forse dovrebbe guardarsi in casa. È infondata la tesi secondo la quale saremmo noi gestori a manipolare il prezzo: si determina tutto a monte, da parte delle compagnie petrolifere, alle quali siamo legati contrattualmente. Il nostro margine è uno storno tra i 3 ed i 4 centesimi al litro ed i costi lievitano costantemente, a causa della crisi energetica e non soltanto. I colleghi che, ad esempio, possiedono un autolavaggio nel proprio impianto hanno visto quadruplicarsi le bollette”.

Un quadro, quello tratteggiato da Ferri, che si intride di ulteriori elementi problematici: “Oggi il rifornimento ad un’azienda, che paga con carta di credito, ci costa 1 centesimo al litro. Il margine che tratteniamo sui pagamenti Pos è estremamente risicato e anche la fatturazione elettronica, presentata come panacea, si è tradotta in un aggravio di tempi e di costi: inevitabile quando i documenti elettronici diventano centinaia ogni mese”.

Per questo, sostiene Ferri, se speculazione c’è stata è senz’altro necessario cercarla altrove: “Spiegateci – conclude – come potremmo cercare di avvantaggiarci da questa situazione. Abbiamo le mani legate e spese crescenti. La narrazione di questi giorni è quanto di più fuorviante e offensivo”.

comunicato

 

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ABETONE MULTIPASS APERTURA RINVIATA: ALTE TEMPERATURE E PIOGGIA ROVINANO LA FESTA 

Abetone – Ma il comprensorio è pronto per l’avvio di stagione: “Aspettiamo solo il ritorno a temperature invernali”.  Intanto dal 7 dicembre partono le iniziative del Natale

Abetone – Pistoia  6 dicembre 2022) – Ma quando si  comincia a sciare  allAbetone?  E’ la domanda che si fanno gli appassionati della neve. Linizio di stagione è fissato per tradizione l8 dicembre, ma lAppennino si sa ad inizio inverno ha un clima capriccioso, con bruschi cambi di temperature e precipitazioni  che per pochi gradi possono fare la differenza tra la tanta benvenuta neve e la  temuta pioggia.

E’ proprio quanto è capitato  in questi giorni. Una bella nevicata a fine novembre aveva lasciato ben sperare, addirittura per un’apertura anticipata di alcuni impianti  nel fine settimana appena trascorso. Purtroppo lasticella del  termometro è andata verso l’alto e le precipitazioni nevose, attese tra sabato e domenica,  lo sono state solo in  parte, con la neve che si è andata via via trasformando in pioggia. Soprattutto alle quote più basse di partenza degli impianti la neve non è sufficiente a coprire le piste e a garantire discese  non solo divertenti ma anche sicure.  Naturalmente le alte temperature non hanno nemmeno permesso di mettere in funzione i cannoni, che hanno bisogno di temperature da zero gradi in giù per produrre neve.

Sfuma così lapertura dell8 dicembre, anche in considerazione di  previsioni che annunciano pioggia sia per giovedì 8 che per venerdì 9.

Ma l’avvio di stagione è solo rimandato, nel comprensorio infatti  tutto è pronto per la partenza, basterà  un po’ di neve dal  cielo  o almeno  un abbassamento delle temperature.

“La voglia di sci c’è ed è tanta  – dicono dal Consorzio – come dimostra il buon andamento delle iniziative di prevendita, in una stagione finalmente libera da restrizioni”. 

In ogni caso lAbetone dal  7 dicembre sarà già in veste natalizia, con laccensione delle luminarie e degli  alberi in tutto il comune,  compresa la piazza,  e l’apertura del mercatino. Le tradizionali casette saranno aperte per  tutto il ponte dell’Immacolata fino all11 dicembre compreso,  poi nel  fine settimana del 17/18 dicembre e infine è prevista l’apertura  tutti i giorni fino all’ 8 gennaio. 

L’8 dicembre si svolgerà invece la consegna del Premio “Una vita per la Montagna”. 
Comunicato

ABETONE MULTIPASS APERTURA RINVIATA: ALTE TEMPERATURE E PIOGGIA ROVINANO LA FESTA 

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RINNOVATO IL CONSIGLIO DEL SINDACATO DEI GESTORI DI IMPIANTI STRADALI DI CARBURANTI DI CONFCOMMERCIO DI PISTOIA E PRATO

Alessandro Ferri eletto Presidente

Pistoia – Prato dicembre 2022 – Alessandro Ferri dell’impianto Eni di Montale è stato eletto alla carica di  Presidente del Sindacato Provinciale dei Gestori di Impianti Stradali di Carburanti di Figisc-Confcommercio Pistoia  e Prato.

L’elezione è avvenuta nell’ambito del rinnovo degli Organi Direttivi del Sindacato per il quadriennio 2022-2026. Vice Presidente è stato confermato il Sig Calanchi Franco della Calanchi Sas di Pistoia.

Fanno inoltre parte del Consiglio del Sindacato il signor Paoletti Gabriele di Prato, Sorghi Massimiliano della 4 Gas Srl e Magni Lorenzo della F.lli Magni Srl di Prato

Nel corso della riunione di insediamento del nuovo consiglio sono state affrontate le problematiche che affliggono il settore in particolare lo stato di difficoltà che la categoria sta vivendo per il calo delle vendite combinato al non adeguamento dei margini, all’aumento dei costi di gestione dovuti al caro energia e all’opportunità di risparmio previsto dalla convenzione bancaria per l’utilizzo delle carte di credito e bancomat sottoscritta da Figisc.

A tutti gli eletti del nuovo Consiglio i migliori auguri di buon lavoro.

Comunicato stampa

RINNOVATO IL CONSIGLIO DEL SINDACATO DEI GESTORI DI IMPIANTI STRADALI DI CARBURANTI DI CONFCOMMERCIO DI PISTOIA E PRATO

 

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Giovani Imprenditori di Confindustria: “Cancellato con un colpo di spugna il credito d’imposta per il Mezzogiorno”

Per Umberto Barreca, Presidente del Comitato del Mezzogiorno dei Giovani Imprenditori di Confindustria nella manovra del Governo si sono dimenticate 3 parole: Sud, Mezzogiorno e Meridione

Roma, 1 dicembre 2022 – Era uno strumento utile a stabilizzare il sistema produttivo nel Mezzogiorno. Una mano tesa da parte dello Stato verso le imprese che invogliava gli imprenditori ad investire al Sud.

La Legge di Bilancio 2021 aveva prorogato il bonus investimenti in beni strumentali nel Mezzogiorno al 31 dicembre 2022. Ma oggi, tutto è a rischio.

L’allarme arriva da Umberto Barreca, Presidente del Comitato del Mezzogiorno dei Giovani Imprenditori di Confindustria, insieme ai Presidenti GI di Campania Vittorio Ciotola, Sardegna Roberto Cesaraccio, Puglia Alessio Nisi, Sicilia Gianluca Costanzo ed il neoeletto Presidente GI della Basilicata Domenico Lorusso.

Il regime di aiuti che premia le imprese che acquistano macchinari, impianti e attrezzature destinate a strutture produttive nuove o esistenti, garantendo un credito di imposta liquidità immediata mediante compensazione in F24, rappresentava un vero aiuto verso le aree del sud ‘svantaggiate’.

Purtroppo, però questo sistema di agevolazioni non è stato inserito in legge di bilancio 2023.

E difficilmente nel testo della nuova manovra si leggono le parole ‘Sud’, ‘Mezzogiorno’ e ‘Meridione’ che, incredibilmente, spariscono dal vocabolario della politica.

Il credito d’imposta per gli investimenti e il bonus assunzioni Sud, che hanno avuto il miglior incentivo e il miglior impulso al lavoro degli ultimi anni, è stato cancellato con un colpo di spugna.

Il Sud non può permettersi ulteriori gap e, dunque, risultano necessarie azioni di rilancio per sostenere le politiche per il Mezzogiorno come il credito d’imposta, gli investimenti  Sud, la decontribuzione Mezzogiorno e le agevolazioni ‘Zes’, senza trascurare il tema dell’autonomia differenziata.

Il Presidente GISUD e Presidente GI Calabria Umberto Barreca:

“Se davvero si intende aiutare il Sud si devono eliminare una volta per tutte le disparità storiche ed economiche tra il nord ed il Mezzogiorno. L’Italia intera e l’Europa hanno bisogno di un Sud Italia ricco di innovazione ambientale, digitale, umana ed economica.

È necessario dunque far rientrare nuovamente, e al più presto, all’interno della versione finale della manovra, quei provvedimenti utili alle imprese, come il credito d’imposta per gli investimenti al Sud.”

La speranza è che un nuovo decreto possa nuovamente prevedere azioni vitali per le imprese del Sud.

Eppure, il nuovo Governo ha un Ministero ‘ad hoc’, ovvero il Ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR.

Non trovare nemmeno una volta la parola ‘Sud’ risulta davvero un paradosso.

Comunicato stampa

pubblicato da Gazzetta di Pistoia blog magazine aggregatore di notizie

Giovani Imprenditori di Confindustria: “Cancellato con un colpo di spugna il credito d’imposta per il Mezzogiorno”

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CONVEGNO CNA TOSCANA CENTRO  – AREA PIANA PISTOIESE Come affrontare il caro energia? Le Comunità Energetiche Rinnovabili – CER

CNA Toscana Centro Area della Piana Pistoiese, organizza per giovedì 20 ottobre a partire dalle ore 18.00 presso  il Parco Verde (Via Galigana 417 ad Olmi, Quarrata (PT) un convegno sulle politiche energetiche e sulle possibili azioni da mettere in campo per fronteggiare il caro energia

L’iniziativa “Come affrontare il caro energia? Le Comunità Energetiche Rinnovabili – CER” è rivolta ad enti localiimprenditori e cittadini, e si pone l’obbiettivo di informare e proporre alle istituzioni locali la costituzione di Comunità energetiche rinnovabili sul nostro territorio, come una delle possibili soluzioni alle problematiche dell’approvvigionamento energetico, in linea anche con gli indirizzi dell’UE in materia di Transizione energetica.

IntervengonoFausto Reali Vannucci (Presidente Area Piana Pistoiese CNA), Claudio Bettazzi (Presidente CNA Toscana Centro), Sindaci e Assessori di Quarrata, Agliana, Montale e Montemurlo, Stefano Chiti (ARRR spa), Cristina Boaretto (SINLOC spa), Antonio Chiappini (Resp. CNA Installazione e Impianti Toscana),

La CER – Comunità Energetica Rinnovabile –  è una coalizione di utenti che, tramite l’adesione volontaria ad un contratto o ad un’associazione, gestisce la produzione e l’autoconsumo di energia rinnovabile attraverso uno o più impianti locali. Con questa iniziativa la CNA vuole dare il proprio contributo per far conoscere le opportunità che possono derivare dalla costituzione delle Comunità Energetiche Rinnovabili sui nostri territori. I Comuni, con il supporto della Regione, in particolare ARRR, di strutture apposite come SINLOC e delle Associazioni di rappresentanza, possono senza dubbio assumere un ruolo fondamentale in questo processo. Essi possono essere facilitatori e garanti dell’aggregazione di cittadini, famiglie ed imprese all’interno delle CER. Ma, soprattutto, i comuni possono diventare attori protagonisti nella costituzione delle stesse.

Comunicato stampa

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Blocco delle auto a combustione nel 2035, l’Italia è pronta?

Dal 2035 sarà impossibile acquistare un’auto a combustione interna in tutta l’Unione Europea. La nuova misura dell’Unione Europea restringe le opzioni solo ai veicoli elettrici e quelli ad idrogeno

Qual è però la situazione in Italia? Il nostro paese si ritrova però ancora in difficoltà e al momento le infrastrutture per le auto elettriche sono ancora decisamente sotto-sviluppate.

Dal 2035, per una misura votata dal parlamento europeo, non sarà più possibile acquistare un veicolo a combustione interna. Questa norma rientra nel piano di azione Fit for 55, in cui si punta a ridurre le emissioni di anidride carbonica all’interno dell’Unione Europea. Il primo obiettivo è una riduzione del 55% entro il 2030, anche se il vero obiettivo a lungo termine è la neutralità per il 2050. Questo cambiamento è fondamentale e, nonostante sia molto ambizioso per le difficoltà che si riscontrano, è uno step decisivo per ridurre il più possibile l’impatto ambientale della nostra industria.

Questa misura però va ancora discussa dalla Commissione Europea e dal Consiglio Europeo, di conseguenza non ci sono ancora leggi o modalità in vigore attive al momento.

Questa misura va a colpire però non solo le automobili, ma tutto il trasporto stradale, Vengono anche inclusi i furgoni e i mezzi professionali per trasporto stradale oltre che alle più discusse automobili private. La norma va inoltre a colpire tutti i mezzi a motore:

  • Diesel

  • GPL

  • Ibrido

  • Benzina

  • Metano

[main]Riassumendo: solo auto elettriche al 100% e ad idrogeno dal 2035.[/main]

Si andrà però a creare un eccezione per quelle automobili sportive prodotte da piccoli produttori fino al 2036, andando a salvare realtà di prestigio e orgoglio italiano come Ferrari e Lamborghini.

Qual è la situazione del mercato automobile in Italia?

Mancano ancora 13 anni alla data in cui questa norma dovrebbe entrare in vigore, ma l’Italia appare ancora decisamente impreparata per il 2035.

Non si tratta semplicemente di un cambiamento di veicolo, ma è necessario installare infrastrutture per questa futura realtà che profuma più di una rivoluzione che un facile cambiamento delle auto attuali.

In Italia infatti nell’ultimo anno sono state vendute solo 67 mila automobili elettriche e appena 10 a motore ad idrogeno, su un totale di quasi un milione e mezzo, solo un 4,5% del totale. Di positivo sono sicuramente le diminuzioni di auto a combustione come Diesel e Benzina e il conseguente aumento delle vendite di automobili Ibride.

Questo porterà a una grande ricerca e dati per i motori elettrici installati sulle automobili ibride, ma queste saranno a loro volte vendute nei concessionari dal 2035.

Infografica: https://public.flourish.studio/visualisation/10329212/

Oggi le compagnie automobilistiche che producono auto elettriche sono ancora una minoranza e anche quando questo avviene sono spesso molto più care rispetto alle equivalenti a combustione rendendole di difficile sostenibilità.

In Italia inoltre vengono preferite le auto di più piccole dimensioni con il motore elettrico rispetto a quelle di dimensioni più elevate, che però sono quelle con un impatto maggiore a livello ambientale se a combustione.

Infografica: https://public.flourish.studio/visualisation/10329534/

I costi delle auto elettriche: superiori, ma di quanto?

Ma perchè ancora così poche automobili elettriche sono acquistate in Italia? Una delle cause è il prezzo! In alcuni casi il prezzo da pagare per un auto elettrica è del 50% in più rispetto alla medesima auto a motore a benzina o diesel.

In media il prezzo di un auto elettrica parte dai 20.000 euro per i modelli più piccoli, economici e autonomia ridotta e può arrivare molto facilmente anche oltre i 90.000 euro. L’autonomia è infatti uno dei fattori che modifica maggiormente il prezzo. Le batterie nel pianale sono ancora estremamente costose da produrre, nonostante aziende come Tesla stiano proprio investendo per rendere più semplice ed economica la produzione.

Considerando poi che una ricarica è molto più lunga rispetto a un rifornimento di benzina, allungando i lunghi viaggi e, sapendo che auto elettriche a lunga percorrenza sono ancora molto costose, risulta un compromesso molto complicato da accettare quando si compra un nuovo veicolo.

L’infrastruttura per le auto elettriche in Italia

L’infrastruttura è un altro elemento che può far incontrare delle resistenze per i consumatori. Ci sono ancora poche colonnine di ricarica sul territorio italiano e raggruppate attorno alle principale strade e principali città italiane. Nelle aree meno densamente abitate o lontane dalle principali vie di trasporto invece è ancora complicato trovarne una.

Oltre a ciò anche il costo per kwh delle ricariche sta notevolmente aumentando.

Il 57% di tutte le colonnine di ricarica si trova nel Nord Italia, il 23% nel centro (principalmente però nella città di Roma) e solo il 20% al Sud.

In particolare:

  • Lombardia 16% del totale

  • Piemonte 10% del totale

  • Lazio 10% del totale

  • Emilia Romagna 9% del totale

  • Veneto 9% del totale

  • Toscana 8% del totale

Guardando all’estero però la situazione si fa però ancor più complicata perchè al netto di stati con superfici maggiori, l’Italia ha una sola colonnina ogni 100 km di strada. Cifra di molto inferiore rispetto ad altri stati.

Infografica: https://public.flourish.studio/visualisation/10330732/

I ritardi di consegna delle auto elettriche

L’ultima difficoltà del momento, che si aggiunge a un quadro già non semplice, è che produrre un auto elettrica è più lungo, più complesso e sono necessarie infrastrutture che non tutti i produttori hanno, in particolare quelli italiani che sono costretti a inseguire.

I tempi quindi per ottenere una vettura si allungano di molto e si sono registrati ritardi di mesi per le vetture elettriche dopo gli ordini. Particolarmente in difficoltà e la Volkswagen che nella sola Europa ha ordini arretrati di auto elettriche sono pari a 300.000 vetture.

In media per un auto elettrica sono necessari altri 5/6 mesi di attesa per tutti i principali produttori soprattutto con gli ordini via internet.

Fonte: https://energia-luce.it/news/blocco-auto-combustione-2035-situazione-italiana-auto-elettriche/

Pubblicato da gazzetta di Pistoia Blog magazine e aggregatore

Blocco delle auto a combustione nel 2035, l’Italia è pronta?

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Blocco delle auto a combustione nel 2035, l’Italia è pronta?

Dal 2035 sarà impossibile acquistare un’auto a combustione interna in tutta l’Unione Europea. La nuova misura dell’Unione Europea restringe le opzioni solo ai veicoli elettrici e quelli ad idrogeno

Qual è però la situazione in Italia? Il nostro paese si ritrova però ancora in difficoltà e al momento le infrastrutture per le auto elettriche sono ancora decisamente sotto-sviluppate.

Dal 2035, per una misura votata dal parlamento europeo, non sarà più possibile acquistare un veicolo a combustione interna. Questa norma rientra nel piano di azione Fit for 55, in cui si punta a ridurre le emissioni di anidride carbonica all’interno dell’Unione Europea. Il primo obiettivo è una riduzione del 55% entro il 2030, anche se il vero obiettivo a lungo termine è la neutralità per il 2050. Questo cambiamento è fondamentale e, nonostante sia molto ambizioso per le difficoltà che si riscontrano, è uno step decisivo per ridurre il più possibile l’impatto ambientale della nostra industria.

Questa misura però va ancora discussa dalla Commissione Europea e dal Consiglio Europeo, di conseguenza non ci sono ancora leggi o modalità in vigore attive al momento.

Questa misura va a colpire però non solo le automobili, ma tutto il trasporto stradale, Vengono anche inclusi i furgoni e i mezzi professionali per trasporto stradale oltre che alle più discusse automobili private. La norma va inoltre a colpire tutti i mezzi a motore:

  • Diesel

  • GPL

  • Ibrido

  • Benzina

  • Metano

[main]Riassumendo: solo auto elettriche al 100% e ad idrogeno dal 2035.[/main]

Si andrà però a creare un eccezione per quelle automobili sportive prodotte da piccoli produttori fino al 2036, andando a salvare realtà di prestigio e orgoglio italiano come Ferrari e Lamborghini.

Qual è la situazione del mercato automobile in Italia?

Mancano ancora 13 anni alla data in cui questa norma dovrebbe entrare in vigore, ma l’Italia appare ancora decisamente impreparata per il 2035.

Non si tratta semplicemente di un cambiamento di veicolo, ma è necessario installare infrastrutture per questa futura realtà che profuma più di una rivoluzione che un facile cambiamento delle auto attuali.

In Italia infatti nell’ultimo anno sono state vendute solo 67 mila automobili elettriche e appena 10 a motore ad idrogeno, su un totale di quasi un milione e mezzo, solo un 4,5% del totale. Di positivo sono sicuramente le diminuzioni di auto a combustione come Diesel e Benzina e il conseguente aumento delle vendite di automobili Ibride.

Questo porterà a una grande ricerca e dati per i motori elettrici installati sulle automobili ibride, ma queste saranno a loro volte vendute nei concessionari dal 2035.

Infografica: https://public.flourish.studio/visualisation/10329212/

Oggi le compagnie automobilistiche che producono auto elettriche sono ancora una minoranza e anche quando questo avviene sono spesso molto più care rispetto alle equivalenti a combustione rendendole di difficile sostenibilità.

In Italia inoltre vengono preferite le auto di più piccole dimensioni con il motore elettrico rispetto a quelle di dimensioni più elevate, che però sono quelle con un impatto maggiore a livello ambientale se a combustione.

Infografica: https://public.flourish.studio/visualisation/10329534/

I costi delle auto elettriche: superiori, ma di quanto?

Ma perchè ancora così poche automobili elettriche sono acquistate in Italia? Una delle cause è il prezzo! In alcuni casi il prezzo da pagare per un auto elettrica è del 50% in più rispetto alla medesima auto a motore a benzina o diesel.

In media il prezzo di un auto elettrica parte dai 20.000 euro per i modelli più piccoli, economici e autonomia ridotta e può arrivare molto facilmente anche oltre i 90.000 euro. L’autonomia è infatti uno dei fattori che modifica maggiormente il prezzo. Le batterie nel pianale sono ancora estremamente costose da produrre, nonostante aziende come Tesla stiano proprio investendo per rendere più semplice ed economica la produzione.

Considerando poi che una ricarica è molto più lunga rispetto a un rifornimento di benzina, allungando i lunghi viaggi e, sapendo che auto elettriche a lunga percorrenza sono ancora molto costose, risulta un compromesso molto complicato da accettare quando si compra un nuovo veicolo.

L’infrastruttura per le auto elettriche in Italia

L’infrastruttura è un altro elemento che può far incontrare delle resistenze per i consumatori. Ci sono ancora poche colonnine di ricarica sul territorio italiano e raggruppate attorno alle principale strade e principali città italiane. Nelle aree meno densamente abitate o lontane dalle principali vie di trasporto invece è ancora complicato trovarne una.

Oltre a ciò anche il costo per kwh delle ricariche sta notevolmente aumentando.

Il 57% di tutte le colonnine di ricarica si trova nel Nord Italia, il 23% nel centro (principalmente però nella città di Roma) e solo il 20% al Sud.

In particolare:

  • Lombardia 16% del totale

  • Piemonte 10% del totale

  • Lazio 10% del totale

  • Emilia Romagna 9% del totale

  • Veneto 9% del totale

  • Toscana 8% del totale

Guardando all’estero però la situazione si fa però ancor più complicata perchè al netto di stati con superfici maggiori, l’Italia ha una sola colonnina ogni 100 km di strada. Cifra di molto inferiore rispetto ad altri stati.

Infografica: https://public.flourish.studio/visualisation/10330732/

I ritardi di consegna delle auto elettriche

L’ultima difficoltà del momento, che si aggiunge a un quadro già non semplice, è che produrre un auto elettrica è più lungo, più complesso e sono necessarie infrastrutture che non tutti i produttori hanno, in particolare quelli italiani che sono costretti a inseguire.

I tempi quindi per ottenere una vettura si allungano di molto e si sono registrati ritardi di mesi per le vetture elettriche dopo gli ordini. Particolarmente in difficoltà e la Volkswagen che nella sola Europa ha ordini arretrati di auto elettriche sono pari a 300.000 vetture.

In media per un auto elettrica sono necessari altri 5/6 mesi di attesa per tutti i principali produttori soprattutto con gli ordini via internet.

Fonte: https://energia-luce.it/news/blocco-auto-combustione-2035-situazione-italiana-auto-elettriche/

Pubblicato da gazzetta di Pistoia Blog magazine e aggregatore

Blocco delle auto a combustione nel 2035, l’Italia è pronta?

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Toscana – Aumenti indiscriminati sulla Tari. Bettazzi, Cna: “Imprese e cittadini non possono continuare a pagare la mancanza di efficienza della politica. Questi rincari sono insostenibili”

Con la consegna delle bollette dei rifiuti, imprese e pmi tornano sul piede di guerra per i rincari indiscriminati imposti da Alia e Comuni sulla Tari.

Come sottolinea il Presidente di Cna Toscana Centro, Claudio Bettazzi, “in una situazione già molto complessa che vede le aziende strangolate, nel post-pandemia, dalla morsa degli aumenti su gas, energia elettrica e materie prime per gli effetti della guerra tra Russia e Ucraina, ora ci troviamo di fronte l’ennesimo e inaccettabile gioco al rialzo territoriale, senza assunzioni di responsabilità, al quale assistiamo ormai da anni e che, di fatto, va ad incidere pesantemente sulla competitività delle imprese di questo territorio. Gli aumenti, frutto del via libera dell’Ato di 65 amministrazioni parlano di un aumento assurdo che arriva fino all’8,6% , contro il +6,6% dell’anno scorso, ed è certo che non si vedrà un’inversione di tendenza fino a che la Regione non si deciderà a mettere in atto un piano serio per la realizzazione di nuovi impianti di smaltimento rifiuti, cosa che ormai attendiamo da anni. Per le imprese, ma anche per i cittadini, questo è inaccettabile e altrettanto devastante è il rimpallo di responsabilità a cui assistiamo tra Ato, Regione e Comuni”.

Dal canto suo, prosegue Bettazzi, “Cna ad ogni livello e da diversi anni contesta alle amministrazioni pubbliche rappresentate in Alia gli aumenti applicati sulle tariffe Tari, che penalizzano le attività economiche e peggiorano lo stato di difficoltà in cui versano tutte le aziende. Anche se in alcuni Comuni tra Prato e Pistoia si sta cercando di mettere delle toppe con delibere mirate a contenere gli aumenti deliberati dall’Assemblea Ato, di fatto il problema resta la mancanza degli impianti sul territorio, e questa lacuna non può essere scaricata solo sulle attività economiche che, di fatto,  tra aumento dei costi fissi e rincari dei costi per lo smaltimento, pagano due volte e in maniera iniqua la mancanza di efficienza dell’ente gestore e delle pubbliche amministrazioni. Ora è arrivato il momento che la politica si faccia carico delle sue responsabilità, di una gestione in netto peggioramento e che affronti questo problema in modo unitario e soprattutto con coraggio.

Una cosa è ormai chiara – conclude Bettazzi – sulla Tari è urgente passare all’applicazione della tariffa puntuale su tutti i territori, e non a livello sperimentale, e bisogna rivedere questa politica di gestione attraverso un patto tra Imprese, Regione, Comuni e Ato per avviare un confronto tecnico continuo e costruttivo che consenta di recuperare quei margini di efficienza e risparmio che ci sono ma non vengono sfruttati, a discapiti dell’intero sistema economico”.  

Comunicato stampa

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