Slot machine e videolottery: in Italia comanda Prato

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Quanto tempo occorre per andare da Pistoia a Las Vegas?

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All’incirca un quarto d’ora per percorrere i venti (o poco più) chilometri che separano le due città. Ovviamente stiamo scherzando

Abbiamo voluto giocherellare col nickname che in quest’ultimi mesi è stato affibbiato a Prato.

Perché da quando sono stati resi noti i dati relativi al gioco d’azzardo in Italia, la seconda città per numero di abitanti della Toscana è stata definita un po’ da tutti la Las Vegas italiana. Motivo di tale appellativo? Le cifre raccolte sul territorio cittadino e provinciale (quindi comprendendo anche i comuni di Cantagallo, Carmignano, Montemurlo, Poggio a Caiano, Vaiano e per ultimo, ma solo in ordine alfabetico, Vernio) dalle slot machine (AWP) e dalle videolottery (VLT).

Tuttavia è necessaria una premessa prima di addentrarci nell’analisi dei numeri.

Le statistiche analizzate non tengono in considerazione quella parte del gambling autorizzata dall’ADM, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, a operare nell’online.

In altre parole, tutte le agenzie di scommesse sportive in rete oppure i casinò in internet con la loro variopinta offerta, pensiamo a NetBet e i giochi di blackjack, non sono stati inclusi nella ricerca che racconteremo nelle prossime righe.

Complessivamente in Italia 25 milioni di individui giocano d’azzardo almeno una volta all’anno.

Le slot machine e le videolottery sparse sull’intero territorio nazionale hanno raccolto nel 2016 una cifra pari a 49,4 miliardi di euro.

Avviso Pubblico, l’associazione nata nel 1996 per volere di comuni e regioni (fra cui la Toscana) e che ha intenzione di riunire quegli amministratori che si impegnano a promuovere la cultura della legalità democratica, ha stilato due classifiche con i dati del 2016 e dei primi sei mesi del 2017.

La prima ha ordinato le 110 province italiane in base alla spesa pro-capite dei loro cittadini in slot machine e videolottery.

I risultati?

Il territorio di Prato primo (749,22 euro) e con ampio margine su quelli di Rovigo (508,93), Sondrio (481,15), Olbia – Tempio (479,99) e Brescia (437,62).

La seconda ha invece classificato i soli capoluoghi di provincia, sempre in base alla spesa pro-capite dei loro abitanti in slot machine e videolottery.

E anche in questo elaborato la città famosa in tutto il mondo per la lavorazione dei tessuti s’è piazzata in vetta (836,53 euro), staccando e non di poco Olbia (650,44), Bolzano (628,61), Piacenza (593,69) e Sondrio (592,10).

A questi dati possiamo aggiungere che nel triennio 2014-2016 la raccolta derivante dal gioco d’azzardo legale in Toscana ha presentato una crescita costante.

Tanto che nel 2016 la regione conosciuta in tutto il mondo per le sue bellezze artistiche e i suoi paesaggi, ha raggiunto un livello di spesa (somme puntate meno vincite erogate) pari a 1.124 milioni di euro.

Solo altre 7 regioni italiane hanno registrato una spesa maggiore nel corso degli stessi dodici mesi.